lunedì 13 ottobre 2008

L'onta

In primis:
Mi scuso di essere italiano.

Sono nato qui, avrei potuto emettere il primo vagito in Africa, in Cina, o persino in Antartide (anche se dubito che ci sia un reparto ostetrico molto attrezzato la).

Quindi mi scuso con il mondo della mia indecifrabile, incomprensibile volontà di nascere proprio a Roma, in mezzo al biondo Tevere.

Mi scuso per aver esportato la pizza, la pasta, la mafia e/o Berlusconi.
Mi scuso perchè continuo a muggire, placido come una mucca al passaggio di un treno, mentre il (Bel)paese diventa una fogna scoperchiata, in cui il liquame circola alla luce del sole, assuefatto all'odore nauesabondo, senza più farci caso.
Mi scuso per gli scandali al sole, talmente nudi da essere persino abbronzati, mi scuso per Cirio, Parmalat, per l'Alitalia, per i nostri "Onorevoli" (destra e/o sinistra), le leggi ad-hoc ed il razzismo dilagante.
Mi scuso per le Veline, il Calcio spettacolo, per i partigiani (ed anche i fascisti) morti invano per dare alla luce delle gelatine inermi come noi, più preoccupate che non si rompa la Playstation a che non si rompa il paese.
Mi scuso per la mia mancanza di impegno, per non aver ancora imbracciato un forcone e non essere corso al centro di Roma, a disancorare quei mitili intogati aggrappati alle loro poltrone, occupati a filtrare la sozzura del paese per cibarsene.